Ogni contratto di mutuo viene caratterizzato da alcuni elementi essenziali:

  • tasso di interesse prescelto;
  • durata;
  • tipologia di piano di ammortamento
  • eventuali garanzie aggiuntiva oltre quella ipotecaria.

Il tasso di interesse applicato al finanziamento determina la tipologia dei contratti di mutuo.
Dunque, a mero titolo esemplificativo, possono aversi:

  • Mutuo a tasso fisso: quando il tasso di interesse non varia per tutta la durata del prestito. Questo, definito in fase di accensione, rimane stabile nel tempo dando luogo generalmente a rate di importo fisso.
  • Mutuo a tasso variabile: quando la rata del mutuo varia in dipendenza del tasso di interesse a sua volta legato all’andamento di un parametro di mercato. Ciò comporta generalmente il variare della rata durante l’intero piano di ammortamento.
  • Mutuo misto: quando è prevista la possibilità per il mutuatario, in tempi determinati e successivi, di passare dal tasso fisso al tasso variabile e viceversa.
  • Mutuo con tetto: quando a fronte di un tasso variabile, viene fissato un tetto massimo oltre il quale il tasso di interesse non può andare. Questo determina un “tetto” (detto anche cap) che garantisce al mutuatario l’impossibilità che nel tempo la rata possa crescere spropositatamente. L’andamento crescente o decrescente del tasso di interesse può causare a lungo andare, l’allungamento o la riduzione del piano di ammortamento del mutuo.
  • Mutuo con tasso d’ingresso: quando, per i primi mesi o comunque per un certo periodo iniziale, viene applicato un tasso ridotto. Alla scadenza di detto periodo, è prevista l’applicazione dell’usuale tasso fisso e/o variabile corrente al momento della scadenza.

Ne consegue che ogni banca, gestendo nella maniera più opportuna gli elementi essenziali del tasso, della durata e del tipo di garanzia aggiuntiva ecc. costruisce “prodotti” ad hoc che possono soddisfare le richieste del mercato, nonchè le necessità della propria clientela.