Legge 3/2012: come funziona, che requisiti servono e ultimi aggiornamenti

La perdita del lavoro o altre situazioni della vita possono creare momenti di difficoltà nell’affrontare le spese. Le opportunità previste dalla Legge 3/2012 rappresentano una soluzione per uscire da questa condizione: si tratta infatti di una possibilità grazie alla quale i cosiddetti “soggetti non fallibili”, come ad esempio i privati, hanno modo di risolvere la situazione di crisi proteggendo il proprio patrimonio mobiliare e immobiliare.

Se anche tu stai affrontando problemi di debiti e cerchi un modo per superarli e per ritrovare la serenità, in questa guida scoprirai in cosa consiste la Legge 3/2012, quali sono i requisiti per accedere alle procedure e gli ultimi aggiornamenti normativi.

Che cos’è la Legge 3 del 2012?

La Legge 3/2012 – chiamata anche legge sul sovraindebitamento o “legge salva-suicidi”– è stata approvata dal Parlamento italiano il 27 gennaio 2012 per dare la possibilità ai soggetti non fallibili di uscire dai debiti attraverso una procedura giudiziaria ben definita, possibilità che prima di questa normativa non era prevista. La legge, infatti, ha introdotto l’esdebitazione anche per i soggetti a cui non si applica la liquidazione giudiziale (quelli che venivano chiamati “soggetti non fallibili”), come ad esempio piccole imprese e privati cittadini.

La legge – che, come vedremo nel corso dell’articolo, ora è stata integrata nel Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza con il D.Lgs del 12 gennaio 2019 n.14 – chiarisce cosa significa essere in una situazione di sovraindebitamento e quali soluzioni esistono per uscirne. L’obiettivo è aiutare i debitori a pagare ciò che possono e a liberarsi dal debito, tenendo conto dei costi necessari per la sopravvivenza sua e della sua famiglia.

Ma cosa significa “sovraindebitamento”? E cosa implica la procedura di esdebitazione? Vediamolo insieme.

Che cosa significa sovraindebitamento?

Ci si può avvalere delle possibilità offerte dalla Legge 3/2012 in caso di sovraindebitamento, una situazione di squilibrio economico perdurante nel tempo in cui la persona non ha modo di pagare un debito perché le sue entrate non sono sufficienti a coprire l’obbligazione e, allo stesso tempo, a garantire la sopravvivenza propria e della famiglia. Il debitore quindi non paga non perché in malafede, ma perché impossibilitato a farlo.

Cos’è l’esdebitazione?

Con il termine esdebitazione si fa riferimento alla cancellazione dei debiti non pagati. Nel corso dell’articolo vedremo che l’esdebitazione può avvenire attraverso strade differenti, stabilite originariamente dalla Legge 3/2012 e oggi in parte modificate con i cambiamenti apportati dal D.Lgs n.14 del 12 gennaio 2019. Tra queste rientra lo sviluppo di un piano che consente di pagare anche solo in parte la somma dovuta, svincolandosi dal debito.

Legge 3/2012: i requisiti per accedere alla procedura

Per richiedere le procedure di composizione delle crisi da sovraindebitamento – ossia le soluzioni previste prima dalla Legge 3/2012, e oggi incluse nel Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza – è necessario possedere dei requisiti specifici, uno dei quali è trovarsi in una situazione di sovraindebitamento, di cui abbiamo appena parlato. Altro requisito fondamentale è essere un cosiddetto “soggetto non fallibile”.

Nello specifico, secondo la vecchia definizione erano considerati “soggetti fallibili” le attività commerciali in uno stato di insolvenza (quindi che non in grado di pagare regolarmente i debiti) che avevano superato determinate soglie di fallibilità.

Sempre secondo la vecchia definizione erano considerati “non fallibili”, invece:

  • i dipendenti e i pensionati;
  • gli imprenditori agricoli;
  • i liberi professionisti;
  • le start-up;
  • gli enti non commerciali;
  • i piccoli imprenditori e gli artigiani.

Questi soggetti sono coloro che possono avere accesso alle procedure di composizione delle crisi da sovraindebitamento.

Legge 3/2012: quando non è possibile usufruire di queste soluzioni?

Abbiamo appena visto i requisiti per usufruire delle opportunità messe a disposizione dalla Legge 3/2012: quali sono invece i motivi che possono precludere l’accesso? Le cause di inammissibilità possono essere diverse. Ad esempio non può presentare istanza per la gestione della crisi chi, nei 5 anni precedenti, ha già utilizzato una procedura per il sovraindebitamento, chi ne ha usufruito altre due volte nella vita e chi non presenta adeguata documentazione per ricostruire correttamente la propria situazione economica.

Un altro motivo di inammissibilità è che il debitore abbia ottenuto l’esdebitazione con la Legge 3/2012, ma che non abbia ottemperato agli impegni presi, quindi senza pagare quanto stabilito.

Quali debiti si possono cancellare?

Non tutti i debiti, tuttavia, possono essere cancellati grazie alle opportunità della Legge 3/2012. Fra i debiti ammessi ci sono, ad esempio, quelli nei confronti di:

  • istituti di credito;
  • società finanziarie;
  • fornitori;
  • privati;
  • enti appartenenti alla pubblica amministrazione.

Esempi di debiti non cancellabili, invece, sono l’importo dell’assegno per gli alimenti a un ex coniuge oppure un risarcimento extracontrattuale.

Affidandoti a consulenti del debito specializzati, comunque, potrai capire subito se la tua condizione soddisfa i requisiti richiesti e tutte le soluzioni percorribili per uscire dalla situazione di crisi.

Aggiornamenti sulla n. Legge 3/2012: cosa cambia con il Codice della Crisi

Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza di cui al D.lgs. 12 gennaio 2019, n.14 (aggiornato con le modifiche apportate dal D.lgs. 17 giugno 2022 n. 83) entrato in vigore dal 15 luglio 2022, ha sostituito i “Procedimenti di composizione della crisi da sovraindebitamento e di liquidazione del patrimonio”, meglio conosciuti come Legge n. 3/2012. Il decreto ha apportato diverse modifiche rispetto all’impianto originario previsto dalla Legge n. 3/2012, introducendo alcune importanti novità. Vediamo le principali.

La responsabilità del creditore nello stabilire il merito creditizio

Con le disposizioni del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, sono previste sanzioni processuali in capo al creditore che abbia generato o aggravato la situazione di indebitamento non procedendo a una adeguata verifica del merito creditizio.
Nello specifico, qualora il creditore avesse concorso all’indebitamento, anche se dissenziente, non potrà presentare osservazioni, opposizione o reclamo in sede di omologazione del Piano e del Concordato.

Per permettere al giudice di verificare la buona fede del debitore e la verifica del merito creditizio, l’Organismo della Composizione delle Crisi provvederà alla nomina di un Gestore della Crisi, che avrà il compito di controllare e appurare i motivi dell’indebitamento.

Chi può richiedere l’apertura di una procedura di sovraindebitamento?

Fino all’introduzione del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza era solo il debitore sovraindebitato a poter chiedere l’accesso a una delle procedure previste dal sovraindebitamento.
Con l’introduzione del Codice, invece, anche i creditori sono legittimati a domandare l’apertura della procedura di liquidazione controllata, contro la volontà del debitore.

Le procedure introdotte con il D.Lgs del 12 gennaio 2019 n. 14

Nel nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza sono incluse, anche se con una definizione diversa, tutte le procedure previste dalla ex Legge n.3/2012 (ovvero liquidazione del patrimonio, piano del consumatore, accordo con i creditori), a cui si aggiunge una nuova procedura di esdebitazione in favore del debitore incapiente.

Come funziona la legge sul sovraindebitamento

Come accedere quindi alla legge sul sovraindebitamento? Quali sono i passaggi necessari e le soluzioni previste? Prima di tutto, è importante avere a disposizione i documenti relativi ai debiti e alla situazione economica della famiglia.
Alcuni di questi sono, ad esempio:

  • certificato di residenza storico dei richiedenti;
  • documenti di riconoscimento in corso di validità;
  • certificato di stato di famiglia;
  • estratto conto relativo all’ultimo anno;
  • visura nominativa al PRA per i richiedenti;
  • visura nominativa al Catasto per i richiedenti;
  • contratti dei prestiti personali in corso;
  • contratto del mutuo ipotecario;
  • documentazione reddituale relativa agli ultimi 5 anni, CUD, UNICO, ultime 3 buste paga;
  • eventuale attestato di disoccupazione;
  • estratti contributivi;
  • elenco e importi delle spese mensili ricorrenti.

Raccolti tutti i documenti, si procederà a un esame degli stessi, al fine di escludere la possibilità che il soggetto possa non avere la possibilità di richiedere l’accesso a una delle procedure previste dal sovraindebitamento. Ricevuto parere positivo, si potrà procedere al deposito di un’istanza presso l’OCC di competenza, che solitamente è quello della provincia di residenza.
In base alle reali condizioni economiche del debitore, alle motivazioni che hanno generato l’indebitamento, l’ente potrà scegliere per il debitore la soluzione migliore da perseguire.

Come uscire dai debiti

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